Seicentomila: tante sono le galline ovaiole da
abbattere nell'allevamento di Mordano (Bologna), al confine con la provincia di
Ravenna, della Società Agricola Fiorin, dove è stato scoperto un secondo
focolaio di influenza aviaria del tipo H7N7. Il primo era stato trovato in un
allevamento di Ostellato (della Società Agricola San Paolo), nel Ferrarese,
dove sono quasi terminate le operazioni di svuotamento e disinfezione, con
l'abbattimento di 128mila galline. Entrambi gli allevamenti fanno parte della
filiera del gruppo Eurovo.
Trasporto polli in Asia |
La conferma della presenza in entrambi
i luoghi dello stesso virus, tipo A ceppo H7 ad alta virulenza, è stata fornita
il 23.08.13 dal Centro nazionale di referenza di Padova (Istituto
zooprofilattico sperimentale delle Venezie). Il
nuovo focolaio è stato reso noto dal Ministero della Salute che, in stretto
coordinamento con le autorità sanitarie locali e regionali, ha fatto sapere che
«sono stati intensificati i controlli, la vigilanza veterinaria e le misure di
biosicurezza negli allevamenti», e tiene «costantemente informata la
Commissione europea». «L'accertamento del nuovo focolaio - spiega la Regione -
è avvenuto grazie alla stretta rete di sorveglianza sanitaria messa in campo
proprio per il contenimento dell'infezione all'indomani della scoperta del
virus nel sito di Ostellato».
Il fatto che le autorità competenti
abbiano rilevato un nuovo caso significa che i controlli ci sono, funzionano, in Italia l'operato per garantire la sicurezza
alimentare è efficace». La stessa Eurovo conferma l'assenza di provvedimenti di
«allerta alimentare presso gli allevamenti» e ribadisce «la salubrità e la
sicurezza alimentare di tutti i prodotti (uova in guscio, ovoprodotti e
derivati) per il consumo umano». Come ribadito dal Ministero della Salute e
dalla Regione Emilia Romagna - ricorda l'azienda - l'influenza aviaria non
rappresenta un problema di sanità pubblica, ma esclusivamente di sanità
animale. In corso la valutazione dei danni, ma si opererà «per contenere il più
possibile - assicura Eurovo - gli effetti sull'occupazione e l'economia del
territorio».Quando la Commissione europea parla di alta patogenicità si riferisce ai polli, che si ammalano e muoiono, ma per l'uomo il ceppo H7N7 non è ad alta patogenicità, ha dato solo un focolaio in Olanda e i sintomi non andavano al di là della congiuntivite, fatta eccezione per un veterinario che si è ammalato gravemente - spiega Giovanni Rezza, epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità -. Il virus poi passa molto difficilmente da uomo a uomo quindi eventuali epidemie si esauriscono rapidamente». Paradossalmente, spiega l'epidemiologo, l'alta patogenicità è utile ad arginare l'epidemia. «Se il virus è letale per i polli come in questo caso è facile capire dove si trova e adottare le contromisure adeguate - sottolinea Rezza -, caso diverso è invece quello del virus H7N9, che circola in Cina, che non è molto patogenico per i polli ma lo è molto per gli uomini, con il risultato che non si capisce dove sia prima che infetti l'uomo. L'H5N1, quello dell'epidemia più famosa di aviaria, era un mix, con alta patogenicità sia per l'uomo che per i polli».
L'Unità di crisi per l'aviaria (Min.
Salute, Regione Emilia-Romagna, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della
Lombardia e dell'Emilia-Romagna, IZS delle Venezie, Centro di Referenza
nazionale per l'influenza aviaria) si è riunita a Bologna, anche in vista
dell'incontro di lunedì alla Commissione europea, dove l'Italia fornirà il
quadro della situazione. È stata «ribadita, inoltre, l'assenza di qualunque
rischio per l'uomo relativamente al consumo di carni o uova». Il nuovo focolaio
evidenzia che siamo di fronte ad un caso grave ed esteso. «È urgente valutare
un tavolo interministeriale che coinvolga, oltre al ministero della Salute,
anche i ministeri dell'Agricoltura e del Tesoro, visto il danno anche economico
che si sta profilando per il settore».
Sul fronte sicurezza, spiega il
Ministero, le Asl «hanno applicato tutte le misure» per un raggio di 10 km
attorno all'azienda, il rintraccio degli animali e dei loro prodotti,
l'abbattimento di tutti i volatili in azienda e la pulizia e disinfezione delle
strutture. L'obiettivo è evitare che da quelle aree siano spedite verso altrere
gioni italiane, Stati membri e Paesi
extra-Ue, «partite di pollame vivo, pollame pronto per deporre uova, pulcini di
un giorno e uova da cova».
La Regione per il nuovo caso «ha già
emanato un'ordinanza» e prosegue «il monitoraggio degli allevamenti». Asl e
Servizi veterinari regionali hanno in corso «tutte le azione utili a isolare il
fenomeno» in base ai protocolli di prevenzione dalla diffusione del virus, tra
«zone di protezione e sorveglianza» con censimento di «tutte le aziende e gli
animali», analisi veterinarie e «controlli straordinari su tutto il territorio
regionale».
Il problema di questi ceppi
influenzali è che possono mutare con grandissima facilità e possono infettare
anche differenti animali. E’ risaputo che il suino è una sorta di
moltiplicatore biologico. Significa che nell’organismo del suino, contaminato
da un virus dell’influenza aviaria, potrebbe avvenire una
modifica tale da renderlo patogeno per altri animali e quindi anche per
l’uomo. In Asia. Ed in particolare in
Cina, l’alto numero di suini e volatili allevati, in particolare anatidi, in
promiscuità con l’uomo ed in condizioni igienico sanitarie scadenti consentono questi “cocktail
virologici” di influenza aviaria che
contaminano l’uomo. Questi virus però sono stati talmente modificati che
possono addirittura trasferirsi da uomo a uomo, e quindi rischio pandemia.
http://www.impact.arq.org/doc/kennisbank/1000010929-1.pdf
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