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domenica 7 giugno 2015

SINDROME DEL PUNTO NERO DEL CANARINO - CANARY BLACK SPOT SYNDROME



LA SINDROME DEL PUNTO NERO - BLACK SPOT SINDROME
Dr Gianluca Todisco
Medico Veterinario
Specialista in Fisiopatologia della Riproduzione degli Animali Domestici
Dottore di Ricerca in Biotecnologie della Riproduzione
Accreditato FNOVI per la Medicina e Chirurgia Aviare



La Sindrome Black Spot è una delle principali cause di insuccesso riproduttivo nei Fringillidi e in modo particolare nel Canarino. La malattia si manifesta con la morte dei neonati entro la prima settimana di vita, a volte però l’uovo viene deposto già infetto da madri portatrici sane oppure si infetta durante la conservazione, soprattutto se viene adagiato su superfici non idonee, come ad esempio semi, segatura o sabbia. Le uova che al momento della deposizione risultano essere già infette spesso non schiudono a causa di una mortalità embrionale, quando invece schiudono il pulcino può morire entro la prima settimana di vita.
La forma sintomatica più frequente si manifesta prevalentemente già alla nascita o compare nelle prime ore successive ad essa. I pulli alla nascita hanno un sistema immunitario ancora poco efficiente e sono per questo esposti a un maggiore rischio di infezioni, non solo di natura batterica, che spesso gli vengono trasmesse dai genitori con le prime imbeccate. Altre fonti di contaminazione possono trovarsi nei semi, nel pastone, nei semi germogliati, nel nido ecc.
Il segno clinico principale della sindrome Black Spot è la presenza di un piccolo puntino nero visibile sulla faccia ventrale del pulcino, sotto lo sterno e sul lato destro.
Questo piccolo punto nero visibile dall’esterno è dovuto all’aumento del volume della cistifellea ed è spesso indice di infezione batterica. Gli Autori australiani definiscono con il termine black-spot anche la macchia epatica che si rende talvolta visibile al centro dell’addome, soprattutto nei canarini adulti. Questa seconda accezione del termine black-spot depone per un aumento del volume del fegato e può essere dovuto ad intossicazioni alimentari (Aspergillus spp.), da farmaci o altre malattie pure molto frequenti come la Atoxoplasmosi o neoformazioni epatiche. Nei nidiacei, tuttavia, è normale intravedere il fegato attraverso la sottile parete addominale anche in ragione delle maggiori dimensioni relative di questo organo rispetto alle stesse nell’età adulta.

Le razze di canarini cosiddette “a fattore rosso” sono più soggette a questo tipo di sintomo in ragione della somministrazione di coloranti nel cibo. Il colorante, infatti, essendo lipofilo si deposita laddove ci sia del grasso, compreso appunto il fegato e il sottocute.
Tra le cause batteriche più frequenti di Black Spot c’è sicuramente il germe Escherichia coli, responsabile della cosiddetta “colibacillosi”. Nei Fringillidi, infatti, la flora batterica intestinale è costituita quasi esclusivamente da batteri Gram + e la presenza di batteri Gram – determina quasi sempre disturbi più o meno gravi a seconda del battere interessato, dello stato di efficienza del sistema immunitario, del livello selettivo degli uccelli, ecc.. Nei Fringillidi la colibacillosi è spesso setticemica e non è raro isolare il battere Escherichia coli anche da organi che nulla hanno a che vedere con l’intestino. Tra le localizzazioni extraintestinali più frequenti ci sono milza, fegato e cervello.
Nella sindrome Black Spot dei pulcini si riconoscono fondamentalmente due forme principali: congenito e acquisito:
Nella forma congenita i piccoli nascono già con il puntino nero e se non trattati muoiono in 2-6 giorni.
Nella forma acquisita, invece, i piccoli vengono infettati dalla madre con le prime imbeccate e il classico puntino nero compare 1-2 giorni dopo la nascita. In questo caso la femmina è portatrice sana di Escherichia coli (o anche altri batteri cosiddetti E.coli-lyke), lo alberga nel gozzo e lo rigurgita con l’imbeccata.


Le infezioni batteriche responsabili della sindrome black-spot negli adulti sono imputabili alla contaminazione del cibo. Il 100% delle miscele e l’80% dei pastoni è contaminato da batteri, soprattutto Enterobacter (72%) ed E.coli (23%), in misura minore anche Citrobacter, Pseudomonas e Klebsiella. Il battere, quindi, arriva nell’intestino, lo colonizza e ne provoca l’infiammazione; successivamente l’infezione si sposta anche ad altri organi. L’intestino infiammato non è in grado di digerire e assimilare i nutrienti che arrivano con il cibo e questo porta anche ad altri sintomi associati al punto nero come la diarrea, la disidratazione, il dimagramento o la stentata crescita, il pallore delle mucose e un colorito più carico della cute. I nidiacei colpiti sono molto deboli e, nelle fasi finali, incapaci anche di alzare la testa e aprire il becco.
L’intervento curativo deve essere tempestivo altrimenti la maggior parte dei piccoli vanno incontro a morte certa.
Per la cura di questa malattia è necessario effettuare dei test microbiologici per la ricerca del battere responsabile, successivamente deve essere effettuato un antibiogramma che indicherà l’antibiotico migliore per eliminare questi batteri. La terapia, quindi, consiste nella somministrazione degli antibiotici indicati dall’antibiogarmma secondo un protocollo prescritto dal Veterinario aviare. Poiché in corso di malattia si ha anche un’infiammazione dell’intestino e una conseguente ridotta assimilazione dei nutrienti introdotti con il cibo, è molto utile la somministrazione anche di elementi nutrizionali di facile assimilazione, che non richiedano un grosso impegno metabolico da parte di intestino, fegato, pancreas e cistifellea e di conseguenza nutrano senza appesantire. È molto utile quindi somministrare una pappa da imbecco almeno due volte al giorno e sostanze di facile digestione come maltodestrine, ammnoacidi ramificati e trigliceridi a catena media, antibatterici e antinfiammatori naturali come la propoli e la boswellia, un epatoprotettore come il tarassaco e un multiminerale per reintegrare le perdite di sali minerali che avvengono con la diarrea e l’anoressia.
La prognosi della sindrome Black Spot è riservata e dipende da diversi fattori, primo fra tutti la rapidità di intervento. È fondamentale intervenire subito appena si nota il puntino nero anche se il piccolo appare in buone condizioni generali; di solito, infatti, in presenza del punto nero, le condizioni peggiorano nei 2-3 giorni successivi in cui si instaura una setticemia e quindi la morte del nidiaceo. Altre cause di Black Spot, molto meno frequenti, sono le infezioni da Circovirus e Plasmodium.

1 commento:

Unknown ha detto...

Batterio, non battere. 😉