LA SINDROME DEL PUNTO NERO - BLACK SPOT SINDROME
Dr Gianluca Todisco
Medico Veterinario
Specialista in Fisiopatologia della
Riproduzione degli Animali Domestici
Dottore di Ricerca in Biotecnologie
della Riproduzione
Accreditato FNOVI per la Medicina e
Chirurgia Aviare
La Sindrome Black Spot è una delle
principali cause di insuccesso riproduttivo nei Fringillidi e in modo
particolare nel Canarino. La malattia si manifesta con la morte dei neonati
entro la prima settimana di vita, a volte però l’uovo viene deposto già infetto
da madri portatrici sane oppure si infetta durante la conservazione,
soprattutto se viene adagiato su superfici non idonee, come ad esempio semi,
segatura o sabbia. Le uova che al momento della deposizione risultano essere
già infette spesso non schiudono a causa di una mortalità embrionale, quando
invece schiudono il pulcino può morire entro la prima settimana di vita.
La forma sintomatica più frequente si
manifesta prevalentemente già alla nascita o compare nelle prime ore successive
ad essa. I pulli alla nascita hanno un sistema immunitario ancora poco
efficiente e sono per questo esposti a un maggiore rischio di infezioni, non
solo di natura batterica, che spesso gli vengono trasmesse dai genitori con le
prime imbeccate. Altre fonti di contaminazione possono trovarsi nei semi, nel
pastone, nei semi germogliati, nel nido ecc.
Il segno clinico principale della
sindrome Black Spot è la presenza di un piccolo puntino nero visibile sulla
faccia ventrale del pulcino, sotto lo sterno e sul lato destro.
Questo piccolo punto nero visibile
dall’esterno è dovuto all’aumento del volume della cistifellea ed è spesso
indice di infezione batterica. Gli Autori australiani definiscono con il
termine black-spot anche la macchia epatica che si rende talvolta visibile al
centro dell’addome, soprattutto nei canarini adulti. Questa seconda accezione
del termine black-spot depone per un aumento del volume del fegato e può essere
dovuto ad intossicazioni alimentari (Aspergillus spp.), da farmaci o altre
malattie pure molto frequenti come la Atoxoplasmosi o neoformazioni epatiche.
Nei nidiacei, tuttavia, è normale intravedere il fegato attraverso la sottile
parete addominale anche in ragione delle maggiori dimensioni relative di questo
organo rispetto alle stesse nell’età adulta.
Le razze di canarini cosiddette “a
fattore rosso” sono più soggette a questo tipo di sintomo in ragione della
somministrazione di coloranti nel cibo. Il colorante, infatti, essendo lipofilo
si deposita laddove ci sia del grasso, compreso appunto il fegato e il
sottocute.
Tra le cause batteriche più frequenti
di Black Spot c’è sicuramente il germe Escherichia coli, responsabile della
cosiddetta “colibacillosi”. Nei Fringillidi, infatti, la flora batterica
intestinale è costituita quasi esclusivamente da batteri Gram + e la presenza
di batteri Gram – determina quasi sempre disturbi più o meno gravi a seconda
del battere interessato, dello stato di efficienza del sistema immunitario, del
livello selettivo degli uccelli, ecc.. Nei Fringillidi la colibacillosi è
spesso setticemica e non è raro isolare il battere Escherichia coli anche da
organi che nulla hanno a che vedere con l’intestino. Tra le localizzazioni
extraintestinali più frequenti ci sono milza, fegato e cervello.
Nella sindrome Black Spot dei pulcini
si riconoscono fondamentalmente due forme principali: congenito e acquisito:
Nella forma congenita i piccoli
nascono già con il puntino nero e se non trattati muoiono in 2-6 giorni.
Nella forma acquisita, invece, i
piccoli vengono infettati dalla madre con le prime imbeccate e il classico
puntino nero compare 1-2 giorni dopo la nascita. In questo caso la femmina è
portatrice sana di Escherichia coli (o anche altri batteri cosiddetti
E.coli-lyke), lo alberga nel gozzo e lo rigurgita con l’imbeccata.
Le infezioni batteriche responsabili
della sindrome black-spot negli adulti sono imputabili alla contaminazione del
cibo. Il 100% delle miscele e l’80% dei pastoni è contaminato da batteri,
soprattutto Enterobacter (72%) ed E.coli (23%), in misura minore anche
Citrobacter, Pseudomonas e Klebsiella. Il battere, quindi, arriva
nell’intestino, lo colonizza e ne provoca l’infiammazione; successivamente
l’infezione si sposta anche ad altri organi. L’intestino infiammato non è in
grado di digerire e assimilare i nutrienti che arrivano con il cibo e questo
porta anche ad altri sintomi associati al punto nero come la diarrea, la
disidratazione, il dimagramento o la stentata crescita, il pallore delle mucose
e un colorito più carico della cute. I nidiacei colpiti sono molto deboli e,
nelle fasi finali, incapaci anche di alzare la testa e aprire il becco.
L’intervento curativo deve essere
tempestivo altrimenti la maggior parte dei piccoli vanno incontro a morte
certa.
Per la cura di questa malattia è
necessario effettuare dei test microbiologici per la ricerca del battere
responsabile, successivamente deve essere effettuato un antibiogramma che
indicherà l’antibiotico migliore per eliminare questi batteri. La terapia,
quindi, consiste nella somministrazione degli antibiotici indicati
dall’antibiogarmma secondo un protocollo prescritto dal Veterinario aviare.
Poiché in corso di malattia si ha anche un’infiammazione dell’intestino e una
conseguente ridotta assimilazione dei nutrienti introdotti con il cibo, è molto
utile la somministrazione anche di elementi nutrizionali di facile
assimilazione, che non richiedano un grosso impegno metabolico da parte di
intestino, fegato, pancreas e cistifellea e di conseguenza nutrano senza
appesantire. È molto utile quindi somministrare una pappa da imbecco almeno due
volte al giorno e sostanze di facile digestione come maltodestrine, ammnoacidi
ramificati e trigliceridi a catena media, antibatterici e antinfiammatori
naturali come la propoli e la boswellia, un epatoprotettore come il tarassaco e
un multiminerale per reintegrare le perdite di sali minerali che avvengono con
la diarrea e l’anoressia.
La prognosi della sindrome Black Spot
è riservata e dipende da diversi fattori, primo fra tutti la rapidità di
intervento. È fondamentale intervenire subito appena si nota il puntino nero
anche se il piccolo appare in buone condizioni generali; di solito, infatti, in
presenza del punto nero, le condizioni peggiorano nei 2-3 giorni successivi in
cui si instaura una setticemia e quindi la morte del nidiaceo. Altre cause di
Black Spot, molto meno frequenti, sono le infezioni da Circovirus e Plasmodium.
1 commento:
Batterio, non battere. 😉
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