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mercoledì 5 dicembre 2012

IL GIUDICE E LE MOSTRE



Molto interessante ed attuale lo scritto di Dario Sironi che allego in calce, il problema della competenza specifica dei giudici sta diventando sempre più pressante e bisognerà trovare una soluzione altrimenti il nostro hobby perderà sempre più proseliti.

Da “L’Informatore Alato – Notiziario dell’Associazione Ornicoltori Monzesi – Numero 81 – Anno XXI – Novembre 2012 -  Per gentile concessione dell’autore

IL GIUDICE E LE MOSTRE
Nell’organizzazione di un concorso ornitologico fondamentale ed indispensabile risulta essere la composizione del collegio giudicante ai cui componenti è assegnato il compito di analizzare i soggetti presentati con la finalità di scegliere come vincenti quelli che maggiormente si avvicinano allo standard fissato per la categoria di appartenenza.  Esprimere un giudizio sia esso formulato in termini numerici con la composizione della scheda che con il sistema a confronto è indispensabile che si verifichino alcune condizioni necessarie a che il compito assegnato possa essere svolto con la doverosa professionalità che gli espositori giustamente pretendono.                                            Organizzare una buona mostra significa saper predisporre quanto necessario al giudice per un buon lavoro quali: la scelta del locale che deve avvenire in modo da garantire la giusta luminosità; l’alloggiamento dei soggetti nelle proprie gabbie da esposizione e con i rispettivi posatoi così come previsto dalle Commissioni Tecniche per lo standard della razza; una buona preparazione per gli addetti “porta gabbie” scegliendo fra i volontari che si propongono al compito solo coloro che si astengono dal formulare commenti sul giudizio se non alla fine dello stesso o che in attesa stazionano davanti ai tavoli colloquiando con i colleghi e disturbando non di poco l’operato del giudice.  Fra le manchevolezze elencate  risulta comunque come peggiore quella di costringere un giudice al superlavoro di giudizio in termini di numero di soggetti da esaminare eccessivo rispetto al tempo disponibile in rapporto al tipo di giudizio ; a volte , a discapito  di un giusto esame del soggetto, la maggior parte di esso rischia di essere spesa per la compilazione della scheda.  Quest’ultima deve servire all’allevatore/espositore  quale strumento didattico  per segnalare sia i pregi che le manchevolezze del soggetto esaminato rivestendo pertanto fondamentale importanza per un indirizzo esatto di selezione , se errata  nella valutazione delle singole voci è facile comprendere quale danno possa arrecare. Sovente capita, alla fine della manifestazione , di notare che molti espositori non si preoccupino neppure di provvedere al ritiro lasciandola appesa alla gabbia di esposizione;; sarebbe interessante capire se questo comportamento sia dovuto a pigrizia o a consapevolezza che essa non serva a nulla nel qual caso costituirebbe la prova di inutilità del lavoro svolto  del giudice.                                                                                          Personalmente appartengo alla categoria dei giudici e, come dimostrerò nel prosieguo, non mi esimerò certo dal  formulare le dovute critiche nell’elencare le condizioni necessarie a noi attribuibili.                                                                                                                                       Sinteticamente possiamo affermare che due sono i compiti che un buon giudice deve svolgere: scegliere fra gli esemplari esposti i migliori determinando quindi una classifica finale del concorso e provvedere alla compilazione di una vera e propria perizia tecnica con la compilazione della scheda di giudizio. Per entrambi è indispensabile una buona dose di professionalità che il giudice , come attualmente avviene, acquisisce con lo studio delle caratteristiche della razza ed unitamente ad un periodo di apprendistato affiancato ai futuri colleghi dopo un apposito esame ottiene la qualifica.  A mio parere, come accade spesso nella vita lavorativa di tutti, la vera professionalità la si ottiene solo lavorando e, nel caso specifico, allevando la razza che ci si appresta a giudicare ma non basta.                                                                                                                                                          Un   buon allevatore deve necessariamente essere anche un buon selezionatore e lo dimostra partecipando a concorsi ornitologici esponendo  propri soggetti e primeggiando. Questo passaggio attualmente manca nella determinazione della professionalità di un giudice ed in alcuni casi si incontrano colleghi che si dichiarano non più allevatori . Per esperienza personale e spogliandomi di quella presunzione di tutto sapere che caratterizza alcuni colleghi, posso confessare di trovarmi in forti difficoltà al momento del giudizio in presenza di razze che non ho mai allevato.             Nell’ambito della stessa razza con il passare delle stagioni espositive si determinano, in virtù di miglioramenti nella selezione dei soggetti allevati, variazioni di tale importanza che, per assurdo, vengono percepite prima dagli allevatori che dagli stessi giudici.    Incomprensibile al riguardo appare il comportamento di quei colleghi che puntualmente risultano assenti a quei pochi corsi di aggiornamento che le varie commissioni tecniche organizzano allo scopo di adeguare i giudizi alle nuove realtà.                         L’appartenenza ai Club di specializzazione  da parte di noi giudici è un ulteriore elemento di formazione ma soprattutto punti di incontro con gli allevatori e solo attraverso la frequentazione di concorsi specialistici con la suddivisione  della stessa razza in più categorie si rende possibile un continuo e costante aggiornamento da trasmettere, al momento del giudizio, ai nostri espositori.  Purtroppo questo non sempre avviene ed è forse motivazione di giudizi contraddittori tra una manifestazione e l’altra.         Fin tanto che sarà richiesta la compilazione della scheda di giudizio, questa deve essere assolutamente realistica ed al di là della determinazione dei soggetti vincenti, come anzidetto, deve costituire un indirizzo selettivo per l’espositore.    Deplorevole al riguardo risulta essere il comportamento di alcuni colleghi che prima determinano il punteggio finale e solo successivamente la distribuzione dei punti da assegnare.       In conclusione della presente riflessione mi sento di condividere in pieno quanto mi fu detto al momento della mia ammissione al corpo giudicante con il rilascio del tesserino da giudice : solo da quel momento avrei cominciato ad imparare.
Dario Sironi  -Giudice Canarini Forma e posizione lisci                    

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