Molto
interessante ed attuale lo scritto di Dario Sironi che allego in calce, il
problema della competenza specifica dei giudici sta diventando sempre più
pressante e bisognerà trovare una soluzione altrimenti il nostro hobby perderà
sempre più proseliti.
Da “L’Informatore
Alato – Notiziario dell’Associazione Ornicoltori Monzesi – Numero 81 – Anno XXI
– Novembre 2012 - Per gentile
concessione dell’autore
IL GIUDICE E
LE MOSTRE
Nell’organizzazione
di un concorso ornitologico fondamentale ed indispensabile risulta essere la
composizione del collegio giudicante ai cui componenti è assegnato il compito
di analizzare i soggetti presentati con la finalità di scegliere come vincenti
quelli che maggiormente si avvicinano allo standard fissato per la categoria di
appartenenza. Esprimere un giudizio sia
esso formulato in termini numerici con la composizione della scheda che con il
sistema a confronto è indispensabile che si verifichino alcune condizioni
necessarie a che il compito assegnato possa essere svolto con la doverosa
professionalità che gli espositori giustamente pretendono. Organizzare
una buona mostra significa saper predisporre quanto necessario al giudice per
un buon lavoro quali: la scelta del locale che deve avvenire in modo da
garantire la giusta luminosità; l’alloggiamento dei soggetti nelle proprie
gabbie da esposizione e con i rispettivi posatoi così come previsto dalle
Commissioni Tecniche per lo standard della razza; una buona preparazione per
gli addetti “porta gabbie” scegliendo fra i volontari che si propongono al
compito solo coloro che si astengono dal formulare commenti sul giudizio se non
alla fine dello stesso o che in attesa stazionano davanti ai tavoli
colloquiando con i colleghi e disturbando non di poco l’operato del
giudice. Fra le manchevolezze
elencate risulta comunque come peggiore
quella di costringere un giudice al superlavoro di giudizio in termini di
numero di soggetti da esaminare eccessivo rispetto al tempo disponibile in
rapporto al tipo di giudizio ; a volte , a discapito di un giusto esame del soggetto, la maggior
parte di esso rischia di essere spesa per la compilazione della scheda. Quest’ultima deve servire all’allevatore/espositore quale strumento didattico per segnalare sia i pregi che le
manchevolezze del soggetto esaminato rivestendo pertanto fondamentale
importanza per un indirizzo esatto di selezione , se errata nella valutazione delle singole voci è facile
comprendere quale danno possa arrecare. Sovente capita, alla fine della
manifestazione , di notare che molti espositori non si preoccupino neppure di
provvedere al ritiro lasciandola appesa alla gabbia di esposizione;; sarebbe
interessante capire se questo comportamento sia dovuto a pigrizia o a
consapevolezza che essa non serva a nulla nel qual caso costituirebbe la prova
di inutilità del lavoro svolto del
giudice.
Personalmente appartengo alla categoria dei giudici e, come dimostrerò
nel prosieguo, non mi esimerò certo dal
formulare le dovute critiche nell’elencare le condizioni necessarie a
noi attribuibili.
Sinteticamente possiamo affermare che due sono i compiti che un buon
giudice deve svolgere: scegliere fra gli esemplari esposti i migliori
determinando quindi una classifica finale del concorso e provvedere alla
compilazione di una vera e propria perizia tecnica con la compilazione della
scheda di giudizio. Per entrambi è indispensabile una buona dose di
professionalità che il giudice , come attualmente avviene, acquisisce con lo
studio delle caratteristiche della razza ed unitamente ad un periodo di
apprendistato affiancato ai futuri colleghi dopo un apposito esame ottiene la
qualifica. A mio parere, come accade
spesso nella vita lavorativa di tutti, la vera professionalità la si ottiene
solo lavorando e, nel caso specifico,
allevando la razza che ci si appresta a giudicare ma non basta.
Un
buon allevatore deve necessariamente
essere anche un buon selezionatore e lo dimostra partecipando a concorsi
ornitologici esponendo propri soggetti e
primeggiando. Questo passaggio attualmente manca nella determinazione della
professionalità di un giudice ed in
alcuni casi si incontrano colleghi che si dichiarano non più allevatori . Per
esperienza personale e spogliandomi di quella presunzione di tutto sapere che
caratterizza alcuni colleghi, posso confessare di trovarmi in forti difficoltà
al momento del giudizio in presenza di razze che non ho mai allevato. Nell’ambito della stessa razza con
il passare delle stagioni espositive si determinano, in virtù di miglioramenti
nella selezione dei soggetti allevati, variazioni di tale importanza che, per
assurdo, vengono percepite prima dagli allevatori che dagli stessi
giudici. Incomprensibile al riguardo
appare il comportamento di quei colleghi che puntualmente risultano assenti a
quei pochi corsi di aggiornamento che le varie commissioni tecniche organizzano
allo scopo di adeguare i giudizi alle nuove realtà. L’appartenenza ai Club
di specializzazione da parte di noi
giudici è un ulteriore elemento di formazione ma soprattutto punti di incontro
con gli allevatori e solo attraverso la frequentazione di concorsi specialistici
con la suddivisione della stessa razza
in più categorie si rende possibile un continuo e costante aggiornamento da
trasmettere, al momento del giudizio, ai nostri espositori. Purtroppo questo non sempre avviene ed è
forse motivazione di giudizi contraddittori tra una manifestazione e l’altra. Fin tanto che sarà richiesta la
compilazione della scheda di giudizio, questa deve essere assolutamente
realistica ed al di là della determinazione dei soggetti vincenti, come
anzidetto, deve costituire un indirizzo selettivo per l’espositore. Deplorevole al riguardo risulta essere il
comportamento di alcuni colleghi che prima determinano il punteggio finale e
solo successivamente la distribuzione dei punti da assegnare. In conclusione della presente
riflessione mi sento di condividere in pieno quanto mi fu detto al momento
della mia ammissione al corpo giudicante con il rilascio del tesserino da
giudice : solo da quel momento avrei cominciato ad imparare.
Dario Sironi
-Giudice Canarini Forma e posizione
lisci
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