17 ottobre 2013
Si tratta
del secondo caso di influenza aviaria in Italia, dopo quello comunicato nei giorni
scorsi nella provincia Salerno. Il focolaio è stato rinvenuto nella provincia
di Salerno ed il virus che appartiene al sottotipo H5 è a bassa patogenicità ma
è indispensabile abbattere al più presto gli animali dell’allevamento. Infatti
i virus dell’influenza aviaria mutano facilmente e possono contagiare
altri animali.
Come nel
caso di Brescia , anche a Salerno è stato infettato un allevamento avicolo
rurale con diverse specie di volatili e precisamente 300 polli da carne, 200 galline ovaiole, 70
tacchini, 29 anatre, 50 piccioni e due oche. Fortunatamente nella zona di “SORVEGLIANZA” non sono presenti altri allevamenti.
La
pericolosità di tali virus risiede nella facile contaminazione di altri
volatili. Il primo caso registrato quest’anno in Italia, nell’allevamento
di Ostellato (RA) si è supposto che un virus a bassa patogenicità (LPAI) del
tipo H7, forse trasmesso da un’anatra selvatica, sia riuscito a mutare
in una forma ad alta patogenicità (HPAI) una volta penetrato nell’allevamento.
In quel caso si trattava del virus H7N1. Proprio alcuni ceppi virali H5 ed H7
sono quelli per i quali è avvenuto il passaggio dell’infezione all’uomo in Emilia ad
alcuni operatori del settore. Tanto più
gli animali sono concentrati, e più probabile è il rischio di contagio oltre
che di mutazione del ceppo virale.
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