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giovedì 16 luglio 2009

I CORSO ABILITAZIONE TRASPORTO UCCELLI D'AFFEZIONE

LO SCORSO 28 GIUGNO AD EBOLI PRESSO I LOCALI DEL CENTRO DI RICERSA PARASSITOLOGICA DELL'UNIVERSITA' DI NAPOLI DELLA FACOLTA' DI MEDICINA VETERINARIA, CON LA COLLABORAZIONE DELL'ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI SALERNO E DEL RAGGRUPPAMENTO REGIONALE CAMPANO DELLA FEDERAZIONE ORNITOLOGICA ITALIANA SI E' TENUTO IL "I CORSO DI ABILITAZIONE PER IL TRASPORTO DEGLI UCCELLI D'AFFEZIONE".
La prima relazione del dottore Citro ha avuto per argomento anatomia e fisiologia degli uccelli e brevi cenni di “Etologia”. Il progenitore di tutti gli uccelli l’ “Archaeopteryx lithographica” , con caratteri misti tra uccelli e rettili ha dato l’inizio all’evoluzione di tutti gli uccelli permettendo loro di colonizzare tutti gli angoli della terra dai poli all’equatore. Questa colonizzazione è stata favorita anche dalle strutture di copertura, piume e penne che oltre a consentire una ottima termoregolazione ha consentito a molti uccelli anche di volare. Dopo una breve descrizione dell’apparato tegumentario si è passato alla descrizione e funzione degli apparati respiratorio , scheletrico e circolatorio , con la messa in evidenza delle principali differenze con i mammiferi in generale e l’uomo in particolare. Importante anche il ciclo della vitamina D che negli uccelli riveste una importanza speciale per il fatto che hanno poca pelle esposta ai raggi UV e quindi grazie alla ghiandola dell’UROPIGIO, riescono a sintetizzare questa importantissima vitamina. Dei 5 sensi il più sviluppato è la vista e gli uccelli necessitano dei raggi UV (ultra violetti) per poter vedere bene il cibo, il partner, i pullus., ecc. Si sono anche fatti degli accenni sulla riproduzione, sulla ovodeposizione, e sulla prole degli uccelli sia inetta che atta.
La seconda relazione più articolata ed avvincente ha avuto per tema il benessere degli uccelli in generale e di quelli d’affezione in particolare.
Negli ultimi trenta anni la comunità scientifica ha mostrato un interesse crescente per lo studio del benessere degli animali in cattività, fino ad individuare una nuova disciplina zoologica. I motivi di tale interesse sono da ricercare sia in considerazioni di tipo scientifico sia in considerazioni di tipo bioetico. Le prime sono in gran parte legate all’utilizzo degli animali nell’ambito della ricerca scientifica in generale e biomedica in particolare. Oggi è ampiamente riconosciuto che mantenere gli animali in condizioni di vita non opportune porta a ottenere risultati scientifici di scarsa validità . La comunità scientifica è attualmente focalizzata sullo stabilire cosa si intenda per benessere animale e quali siano di conseguenza i metodi più corretti per valutarlo, garantirlo e aumentarlo. In genere si possono individuare “tre” diversi approcci:” fisiologico - psicologico – naturalistico”. Il benessere “ FISIOLOGICO” viene considerato tenendo conto di: “tassi di mortalità, livelli di incidenza ,delle malattie, del successo riproduttivo”. L’approccio PSICOLOGICO definisce il benessere animale in termini di “feelings” e di preferenze. Le EMOZIONI sono ritenute essere gli elementi alla base del benessere di un individuo. Tuttora, l’approccio psicologico ha il suo principale limite nell’impossibilità di conoscere con certezza lo stato emotivo di un animale, cosa un animale prova, e nella difficoltà di valutarne desideri e preferenze. Secondo l’approccio “ NATURALISTICO” , il benessere animale è indissolubilmente legato all’espressione della “naturalità” dell’animale stesso (Duncan e Fraser, 1997). Bayne e collaboratori (1992), trattando di benessere comportamentale, lo definiscono come: “l’espressione di un repertorio comportamentale simile a quello osservato nei conspecifici in natura. Nel valutare il benessere animale una delle principali difficoltà è rappresentata dall’individuazione dei parametri da considerare . Per questo motivo, negli ultimi anni si è assistito a una sostanziale crescita nell’uso di metodologie non-invasive. A esempio, prelievi di saliva, sudore, peli, feci ed urina, consentono di quantificare i livelli presenti o passati di specifici ormoni, i quali, variando con il livello di stress, sono considerati buoni indicatori dello stato psico-fisico dell’animale . Utilizzando campioni rinvenuti in tane, nidi e zone di frequente transito degli individui, è stato possibile ottenere informazioni sullo stato di salute degli animali, attraverso la valutazione dei livelli ormonali, individuando così eventi di stress dovuti a cause sociali e ambientali. E’ possibile distinguere tre classi di indicatori di benessere: indicatori fisiologici, indicatori biochimici, indicatori etologici . I primi due sono parametri che ci forniscono informazioni obiettive dello stato di salute dell’individuo, mentre il terzo fornisce un’indicazione più flessibile della condizione vissuta dall’animale. Le MISURE FISIOLOGICHE comprendono indicatori quali la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria, la temperatura e il peso corporeo. Le MISURE BIOCHIMICHE invece, si ottengono dall’analisi di indici quali, il livello di endorfine, catecolammine, insulina e di ormoni (corticosteroidi, tiroidei, della crescita e riproduttivi). Per quanto riguarda l’utilizzo di indicatori comportamentali per misurare il livello di benessere di un animale, da sempre l’osservazione del repertorio comportamentale degli individui in natura (etogramma) è stato preso come riferimento. Valutazione del benessere psicofisico nei pappagalli in cattività . I principali fattori di rischio per il benessere dei pappagalli in cattività sono rappresentati: dalle modalità di allevamento, dalle caratteristiche dell’ambiente in cui sono mantenuti e dall’interazione con l’uomo. Le condizioni di scarso benessere risultanti da tali fattori di rischio possono essere individuate attraverso indicatori fisici o psicologici . Indicatori fisici di malessere sono rappresentati, per esempio, dalla comparsa di malattie, di ferite, dalla presenza di parassiti, da condizioni di obesità o all’opposto da malnutrizione. Indicatori potenziali di malessere psicologico sono apatia e anedonia, cioè la mancanza di interesse dei “pappagalli” nei confronti di cose che in precedenza davano loro piacere come cibi particolari e giochi. Accanto a questi, indicatori etologici di scarso benessere sono anche la comparsa di comportamenti anormali come le stereotipie orali e locomotorie, l’incessant screaming (vocalizzazione acuta e continua indicatrice di stati di paura e dolore) e livelli eccessivi di aggressività .
IL PROBLEMA DELLE STEREOTIPIE. Le stereotipie sono considerate delle sequenze comportamentali ben definite, ripetute nel tempo e apparentemente non riconducibili ad alcuna funzione o obiettivo specifico. Tali comportamenti possono manifestarsi per periodi relativamente lunghi e gli individui interessati possono mostrare difficoltà nel cessarne l’esibizione. Il fenomeno di comparsa e sviluppo delle stereotipie è chiamato “escalation” ed è sperimentalmente descritto in quattro distinte fasi di cambiamenti a livello comportamentale. la manifestazione di comportamenti stereotipati sembra poter essere il risultato di un anormale processo di sviluppo, per esempio causato da condizioni ambientali inadeguate (Meehan et al., 2004), o di psicopatologie presenti nei soggetti (Garner et al., 2003), Comunque, c’è anche da notare che, pur se la presenza di questi comportamenti è considerata un indicatore di scarso livello di benessere . La cattività è una condizione molto differente da quella vissuta dagli animali in natura. “IL PARADOSSO DELLA VITA IN CATTIVITA’, secondo il quale il tentativo di ridurre l’esposizione degli animali a pressioni ambientali “negative” finisce per impedire agli uccelli di esibire molti dei loro comportamenti naturali, provocando così un conflitto tra individuo e ambiente, che induce lo sviluppo di comportamenti anormali come le stereotipie . Le stereotipie esibite dalle varie specie di pappagalli appartenenti all’Ordine degli Psittaciformi possono avere caratteristiche e dinamiche diverse tra loro. Tuttavia, in generale, è possibile classificarle in tre categorie principali: Stereotipie orali, Stereotipie locomotorie e Stereotipie direzionate verso oggetti . Oggi è generalmente accettato che l’utilizzo degli arricchimenti ambientali migliora le condizioni di vita dei pappagalli in cattività Il concetto di arricchimento ambientale include un insieme di modalità di mantenimento e di allevamento degli animali, il cui obiettivo è migliorare la qualità della loro vita, attraverso l’identificazione e l’attuazione di stimoli ambientali necessari per il benessere fisiologico e psicologico di questi E’ possibile distinguere diversi tipi di arricchimento ambientale. In generale si parla di : arricchimenti fisici, arricchimenti alimentari e di foraggiamento, arricchimenti sociali . Gli arricchimenti fisici comprendono sia le caratteristiche dell’ambiente in cui si trovano gli alloggiamenti degli animali, sia le caratteristiche degli alloggiamenti stessi. Caratteristiche dell’ambiente comprendono parametri quali la temperatura, il grado di umidità, l’intensità luminosa, il ricambio d’aria , e, nel caso di ambienti chiusi, la gradualità della transizione luce/buio Quindi, risulta importante: la scelta preventiva degli arricchimenti da utilizzare, al fine di minimizzare lo stress dovuto alla neofobia (“paura del nuovo”) prodotta in seguito all’ introduzione di tali strutture. In particolare, l’attenzione a caratteristiche quali forma e colore sembra ricoprire un ruolo importante. ARRICCHIMENTO SOCIALE . una tipologia di arricchimento efficace nell’aumentare il livello di benessere dei pappagalli attraverso la diminuzione , o scomparsa , dell’esibizione di comportamenti stereotipici, è rappresentata dall’arricchimento sociale, ossia dall’opportunità di interagire socialmente con i con specifici. Il comportamento di questi animali è influenzato moltissimo dalle radiazioni ultraviolette tali radiazioni influenzino sensibilmente la scelta del partner sessuale e la scelta del cibo. La proprietà del piumaggio dei pappagalli di riflettere la radiazione ultravioletta è ben nota da molto tempo. La conseguenza di tale fenomeno è la naturale luminescenza del piumaggio. Gli uccelli le cui necessità ambientali e comportamentali non sono riproducibili in cattività, possono andare incontro ad una serie di risposte comportamentali da stress, dovute all’impossibilità di manifestare atteggiamenti caratteristici osservabili nei loro conspecifici in natura . Per migliorare e favorire la riproduzione degli uccelli negli allevamenti, dove le restrizioni ambientali e sociali rappresentano un ostacolo , molti studiosi consigliano di non alterare i cicli riproduttivi naturali osservati negli esemplari selvatici Dare l’opportunità agli uccelli di riprodursi nel periodo più adatto , cioè lontano dalla fase della muta del piumaggio e dai periodi di eccessiva calura e di freddo invernale , dare una sana bilanciata, ma soprattutto non esagerata alimentazione, allevarli in condizioni ideali sono i prerequisiti per favorire il successo riproduttivo delle coppie in cattività.

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