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sabato 25 dicembre 2021

QUANTO E’ DIFFICILE ALLEVARE IL LONDON FANCY CANARY.

I piccoli LFc nascono scuri, verdi o cannella, o a volte pezzati e poi piano piano le loro piume si schiariscono, diventano gialle o se a fondo bianco , bianche. Nella stessa covata ci sono soggetti che l’anno successivo diventano chiari, altri dopo due anni , altri si schiariscono a metà, altri ancora rimangono scuri anche dopo tre anni. La cosa , per me ancora inspiegabile , è che i LFc scuri anche se accoppiati tra loro generano dei soggetti, totalmente scuri,o pezzati (25% - 50 % di piume chiare), potrebbe essere una mutazione additiva, quest'anno ho abbastanza soggetti tipici da provare anche questa possibilità. Questa mutazione è sicuramente un grande rompicapo e quest’anno mi appresto alla quinta stagione riproduttiva, avendo iniziato nel 2017 con un tris di scuri. Ancora non siamo sicuri che il Campionato Mondiale si potrà svolgere, non tanto per i noti problemi del Covid19, ma soprattutto per i meno noti problemi di Influenza aviaria sia nel Nord Europa che nel Nord Italia.
L’anno prossimo il Mondiale si svolgerà ancora in Italia , e mi piacerebbe partecipare con qualche soggetto, speriamo Bene. Nella prima foto ci sono due fratelli di età diversa , ma uno è rimasto verde, l’altro è Molto tipico. Nella seconda foto i due pezzati sono rimasti pezzati. Nella terza foto si notano varie gradazioni del fattore London. angelo citro

giovedì 28 ottobre 2021

Il LONDON Fancy canary - Una Grande Scommessa

La Razza di canarini London Fancy sta diventando sempre più una realtà, questa mutazione più o meno fissata sta iniziando ad esprimersi al meglio. I problemi sono ancora tanti, molti i dubbi , certezze veramente poche, ma questo canarino che nasce scuro, verde o marrone , a tinta unita o pezzato , muta dopo muta si schiarisce , lasciando ali e code neri o marroni. Bisognerebbe dare la possibilità di esporre soggetti di più di un anno, perchè diventano veramente bellissimi. Di seguito alcune foto.
Lo Standard in italiano
un Bel Maschio ancora in muta
questa è una femmina molto grande di età che , anche se ancora in muta,fa ancora la sua bella figura. - Angelo Citro

domenica 2 maggio 2021

ALCUNE BREVI CONSIDERAZIONI SULL’ALLEVAMENTO DEI LONDON FANCY CANARY.

Come è a tutti noto, la principale difficoltà dell’allevamento del London Fancy è ottenere soggetti che cambino le piume da scure (verdi o brune) in gialle in tutto il corpo entro un anno, e poi il reperimento dei soggetti riproduttori. Dalle stesse coppie possono nascere soggetti scuri che muteranno poco il colore in giallo ed altri invece che diventeranno quasi perfetti. Attualmente la cosa strana, secondo la mia esperienza, è che i soggetti più belli (che mutano tutte le piume entro un anno , mantenendo le penne delle ali e della coda scure) sono maschi, le femmine si schiariscono dal secondo anno in poi, lentamente. La “genetica “ del fattore London , al momento , non si presta a semplici calcoli , bisogna continuare ad allevare e provare a capire. Io credo che , quando si potranno esporre i London Fancy alle mostre, bisognerebbe consentire di esporre anche i soggetti con due anni di età, infatti dal secondo anno i London fancy che presentano una livrea molto più pulita sono di più ; in questo modo si incentiverebbe anche l’allevamento che , almeno in Italia è molto ridotto.

venerdì 8 gennaio 2021

 LA GESTIONE DELLE BALIE di Angelo Cremone



Anelo Cremone , giudice , allevatore, figlio d’arte è già stato in questo Blog, questo è il link

https://draft.blogger.com/blog/post/edit/2990782665976773004/316242741995555212

 

Avevamo apprezzato questo suo articolo che pensavamo di tradurlo in inglese , perché veramente interessante. Visto l’approssimarsi della nuova stagione di allevamento lo pubblichiamo così com’è e speriamo a breve di tradurlo.

La capacità di allevare i " pulli " è una caratteristica molto importante da selezionare nei ceppi di uccelli d’affezione ,ma nei Lizard , c'è anche quella della deplumazione che va selezionata, bisogna allontanare i soggetti con "questo DIFETTO" perchè una femmina che "spenna" i piccoli  compromette irrimediabilmente la loro stagione riproduttiva. 

Buona lettura

angelo citro

 

Spesso mi vengono fatte domande sulla gestione delle balie, da parte di chi alleva razze poco rustiche che necessitano di un aiuto parziale o totale.
La balia, in ornitologia, è definita come quella coppia di canarini (o sola femmina) a cui affidare la cova ed il successivo accrescimento di prole derivante da razze con poca propensione alla cova e soprattutto all’imbecco.
Chiaro è il fondamentale ruolo che svolgono le balie, che possono essere ritenute persino più importanti delle razze da baliare, questo perché una cattiva gestione porterà inevitabilmente ad una insoddisfacente stagione riproduttiva.
Risponderò in questo articolo alle principali questioni che mi vengono proposte, in modo tale da poter dare un contributo agli allevatori che ne necessitano.

QUALI RAZZE UTILIZZARE?
Individuare le giuste razze di balie da utilizzare è fondamentale siccome ognuna di esse ha diverse caratteristiche che possono essere consone o meno ai canarini da baliare.
Per esempio, se prendiamo in considerazioni razze pesanti come: Agi, Parigino o Crest, si addicono meglio delle balie che abbiano un imbecco grosso, quindi di dimensioni medio grandi, mentre per baliare un Rogetto o un Gibber Italicus, bisogna optare per razze piccole e propense all’imbecco già dalle prime ore di schiusa.
Stilerò quindi una lista delle razze da me ritenute adatte come balie e le relative caratteristiche con pregi e difetti (non citerò le razze che non ho collaudato siccome non mi piace parlare di cose da me non sperimentate):
Fife Fancy/Razza Spagnola/Fiorino: queste sono razze di piccole dimensioni, ottime per propensione alla cova ed all’imbecco per velocità e tempi di reazione, poco aggressive verso la prole, svolgono il proprio lavoro ottimamente, adatte a baliare razze di medio-piccole dimensioni, possono trovare difficoltà nelle razze di grossa mole a causa della quantità ridotta di cibo che possono apportare alla prole, potrebbero soffrire il grande sforzo provocato dalle tante imbeccate a cui andrebbero incontro, altro contro, è la tempistica di rifacimento del nido, che si aggira attorno al 18°/20° giorno di età dei nidiacei, questo potrebbe portare problematiche per quelle razze di grossa mole che necessitano di tempi lunghi di svezzamento che quasi sempre superano i 30 giorni.
Lizard: razza inglese anch’essa di dimensioni contenute, si contraddistingue da tutte le altre razze di canarino, per la selezione, che lo ha portato ad essere una razza che non spiuma i soggetti dopo l’involo, questa caratteristica è ottimale per le razze pesanti che qualora venissero spiumate potrebbero andare incontro a problematiche come lumps o stress, molto ordinato nella cova, il lizard inizia ad imbeccare la prole fin dalle prime ore di schiusa, come le razze sopra citate, date le dimensioni contenute, può soffrire il forte stress provocato dal consumo eccessivo di energie da impiegare per l’imbecco.
Arr. Del Nord: questa razza di medio-gradi dimensioni è più adatta ad allevare canarini di grossa mole, data la quantità di imbecco che riesce ad apportare ai pulli, forse meno ordinate nella cova delle uova, riescono spesso ad arrivare allo svezzamento senza problemi, l’unico neo è dato dalla relativa aggressività che può portare alla deplumazione dei nidiacei dopo l’involo.
LLarguet/Munchener/Malinois/Harzer Roller: sono razze di taglia media, propense alla cova ed all’imbecco, affidabili balie possono soffrire le grosse imbeccate che necessitano i pulli di razze pesanti ed i lunghi tempi di svezzamento, ottimali per razze medio-piccole.
Incroci tra Lizard/Arr. Del Nord/ Yorkshire /Border: soggetti che nel proprio bagaglio genetico presentino tutte o parte di queste razze, potrebbero essere la migliore soluzione per allevare razze pesanti e non.
Selezionare balie che abbiano caratteristiche come: tranquillità, propensione all’imbecco, velocità e ampiezza di imbeccata, significa riuscire nel difficile intento di allevare razze delicate e difficili.

AGI giallo di pregevole fattura


SOLO FEMMINE O COPPIE?
Altro quesito molto proposto, sul quale non ho tanti dubbi: le coppie di balie devono essere formate dal maschio e dalla femmina.
Questo perché l’assenza del maschio porterà inevitabilmente a problemi nello svezzamento dei nidiacei, è risaputo che la femmina cura la prole fino all’involo, dopo di che inizia a curare il rifacimento del nuovo nido, ed è proprio allora che il maschio prende le redini in mano e porta i pulli allo svezzamento.


QUALE ALIMENTAZIONE PER LE BALIE IN PRE-COVA?
Riguardo l’alimentazione e la preparazione alla cova per le balie, possiamo dire che non necessitano di grande accorgimenti, anzi, un alimentazione spartana fatta di semi di scagliola e pastoncino secco è più che sufficiente. Evitare di dare vitamina E, che potrebbe portarli ad un estro troppo spinto, come sconsigliato è l’uso di antibiotici, che potrebbero distruggere la flora batterica e risultare più dannosi che altro.
Importante è l’apporto già da 40 giorni prima della riproduzione di sali minerali e soprattutto osso di seppia per l’apporto di calcio, inoltre è buona norma mettere a disposizione, qualche giorno prima della schiusa, il pastoncino che si adopererà per l’allevamento dei nidiacei, questo per far sì che si possano abituare al nuovo alimento.


QUALE RAPPORTO NUMERICO TRA COPPIE DA BALIARE E BALIE?
Si può considerare necessario un rapporto di 1:3 tra coppie da baliare e balie, questo rapporto “pessimistico” tiene conto di uno scenario composto del 100% di coppie da baliare attive ed il 70% delle balie idonee al lavoro, mentre l’altro 30% potrebbero essere coppie che non nidificano, non covano o non propense all’imbecco, in questo modo il rapporto si tradurrebbe ad 1:2.


COME FAR COMBACIARE I TEMPI DI COVA TRA BALIE E COPPIE DA BALIARE?
Questa è sicuramente la questione più delicata riguardante l’organizzazione e la tempistica delle balie.
Infatti una cattiva gestione, può portare ad avere tante balie disponibili e poche uova da mettere in cova o viceversa. Per sopperire a questa problematica, è bene dividere le balie in scaglioni, facendo in modo che non tutte inizino la stagione riproduttiva contemporaneamente.
Per riuscire in questa ardua impresa, può essere necessario collocare le balie ad intensità di luce differente, posizionando il primo gruppo più in alto e a scalare gli altri gruppi in posizioni più basse, dove godranno di meno luce e quindi meno stimoli all’estro. Questo meccanismo potrebbe portare ad un distanziamento di 10/15 giorni tra la partenza in cova dei vari gruppi.
Inoltre è di grande aiuto una schematizzazione sia delle stesse balie che delle coppie da baliare, evitando di occupare tutte le balie disponibili, lasciandone una parte in cova con uova finte, in modo tale da liberarle quando se ne avrà bisogno.

 

AGI verde

COME EVITARE LA DEPLUMAZIONE DEI PULLI DA PARTE DELLE BALIE?
Innanzitutto bisogna capire perché accade ciò, se per una questione di “vizio genetico” della balia o per mancanza di materiale per la nidificazione, inoltre dimensioni ridotte della gabbia dove si alloggia la balia possono inficiare sulla deplumazione.
In generale gli accorgimenti necessari per evitare questo fenomeno sono, in primis non far mancare mai la juta, soprattutto durante il rifacimento del nuovo nido, quando i pulli sono ancora presenti in gabbia, così come mettere a disposizione dell’ovatta può far desistere le canarine a strappare piuma ai pulli.
Selettivamente invece, è buona norma selezionare le balie che non spiumano, ed evitare di riprodurne altre dalle stesse linee genetiche, dato che la deplumazione come la qualità di imbecco è spesso trasmessa dai genitori alla prole.
Meno frequente è vedere i maschi spiumare i piccoli, quando ciò accade, probabilmente è da attribuire ad un forte estro, può essere utile dividere la prole dal maschio con una griglia/divisorio in modo tale che possa continuare l’imbecco senza possibilità di deplumazione.
Con la speranza di essere stato abbastanza esaustivo, colgo l’occasione per augurare buone cove a tutti.

Angelo Cremone 11.04.2020

 

 

Da Sinistra a  destra il dottor  A. Gambardella, i medici veterinari C. Verde. G. Lotierzo, A. Citro, D. Borrelli ed il dottor L. Scarano. Foto storica - Convegno 24.02. 2008

PRINCIPALI MALATTIE INFETTIVE NEONATALI: DIAGNOSI E TERAPIA II parte

ENTERITE DA COLI

 PATOGENESI

Questa enterite si verifica di norma soprattutto per errori nutrizionali(tecnopatia).

Per semi o pastoncini degradati o contaminati da muffe o micotossine che la femmina da ai pullus.

Quando si verifica una turba digestiva, soprattutto per errori nutrizionali l’E. Coli patogeno opportunista contaminante abituale degli alimenti, aumenta numericamente e diventa patogeno.

SINTOMATOLOGIA

I sintomi principali sono caratterizzati dafeci liquide nei nidiacei(sudano), gonfiore addominale, la diarrea non è tipica e si presenta con emissioni di feci liquide frammiste a catarro, raramente sanguinolento, abbattimento del sensorio, sete intensa, letargia. (a differenza delle salmonellosi nelle quali la diarrea è spesso frammista a sangue).

TERAPIA

Individuare e rimuovere la causa alimentare che ha attivato l’infezione e la somministrazione nell’acqua da bere di farmaci non sistemici. Gli aminoglucosidi per via orale non vengono assorbiti dalla parete intestinale, per via sistemica sono nefrotossici e ototossici.

Gentalyn fiale 40 mg (gentamicina) dose ml 0,5 per 250cc di acqua da bere per 3 giorni consecutivi.

Bimixin sciroppo (neomicina) dose:10 ml/litro di acqua

Bimixin compresse (neomicina) dose 1 compressa/litro di acqua per 7 giorni.

Zoomicina N (streptomicina 2,288 g)flacone da ml 170 oppure da ml 1170 alla dose di ml 30 per litro di acqua da bere per 5 giorni (un cucchiaio =15 ml).

 

COLISETTICEMIA

Rappresenta l’aggravamento dell’onfalite o dell’enterite quando sono trascurate al punto che il patogeno supera la barriera onfalica o intestinale , attraverso il circolo ematico , si diffonde in tutto l’organismo del volatile.

Nei novelli si puo manifestare anche in forma setticemica COLISETTICEMIA che rappresenta l’aggravamento dell’onfalite o dell’enterite con polmonite aereosacculiteperitonite,periepatite e pericardite, con abbattimento respirazione rapida e difficile con la comparsa occasionale di rantoli.

Prognosi INFAUSTA

TERAPIA

Fluorchinoloni: somministrare 200 mg/litro x 7 giorni.

Baytril orale (enrofloxacina 2,5%):dose 8 cc per litro di acqua.

Baytril iniettabile (enrofloxacina 2,5%):somministrare 8 cc x litro di acqua

Baytril iniettabile (enrofloxacina 5%):somministrare 4 cc x litro di acqua x 7 giorni

Baytril iniettabile (enrofloxacina 10%): somministrare 2 cc x litro di acqua

Ciproxin 500: somministrare ½ compressa /litro di acqua o /Kg di pastone x 7 giorni

Humatin capsule da 250 mg: somministrare 1 capsula /litro e mezzo di acqua o Kg di pastone x 7 giorni

Zoomicina–N(streptomicina 2,288g, neomicina 1,230g) dose: ml 20/30 per litro di acqua da bere per 5 iorni (un cucchiaio = 15 ml).

Minocin(Minocuclina - Sciroppo 1%) Tetraciclina - Dose:ml. 10 in 1/2 litro di acqua da bere, per 6 giorni.

 

ENTEROBATTERIOSI

 

E.COLI-CITROBACTER-PSEUDOMONAS sono spesso causa di una patogia latente condizionata che solo quando presenti in numero elevato possono provocare infezione enterica, l’ospite infatti ne puo’ tollerare un numero esiguo. Sono malattie condizionate in quanto sono spesso gli alimenti impiegati la causa di questa patologia insieme allo stress che gioca senz’altro un fattore determinante.

Infatti sono i pullus di 3 cova, nati da femmine stressate particolarmente soggetti a questo tipo di patologia nella prima settimana dopo la schiusa. Come pure la mortalità embrionale troppo elevata nella seconda metà d’incubazione.

BLACK SPOT(PUNTO NERO)

Il tanto temuto punto nero altro non è che l’evidenzazione attraverso la sottile parete addominale della cistifellea molto ingrossata. Questa situazione si verifica sovente nei nidiacei affetti da patologie epatiche o gastroenteriche.Molto spesso si tratta di infezioni da enterobatteri, trattabili con antibiotici ad ampio spettro o piu’ opportunamente selezionando l’antibiotico da usare sulla base delle indicazioni date dall’antibiogramma.

La neomicina contenuta nel bimixin (1 compressa /litro d’acqua per 7 giorni) in associazione all’anfotericina B contenuta nel fungilin(8 cc/litro d’acqua per 8 giorni) dovrebbe risolvere molte patologie gastroenteriche.

 

LA STAFILOCOCCOSI

 Spesso causa di mortalità embrionale più o meno precoce, tra le infezioni stafilococciche una certa attenzione merita infatti la cloacite conseguente ad estroflessione o prolasso della mucosa cloacale, che spesso è sostenuta od aggravata da stafilococco epidermis o aureus, per la terapia vedi quella della colisetticemia.

 MEGABATTERIOSI

 EZIOLOGIA

E’ sostenuta da un microrganismo gram positivo di grosse dimensioni, creduto dapprima un fungo (micosi 80), ma successivamente all’esame del microscopio elettronico è risultato un batterio. A causa delle dimensioni nettamente piu’ grandi di quelle degli altri batteri è stato denominato “megabatterium”, oggi conosciuto con il nome di MACRORHABDOS ORNITOGASTER.

EPIDEMIOLOGIA

La diffusione della malattia non avviene per linee orizzontali, ma piuttosto per contagio trasmesso dalle femmine ai loro nidiacei o, più raramente ,all’inverso. La morbilità, cioè la percentuale dei volatili colpiti sul totale è variabile in relzione alla gravità dei fattori condizionanti che hanno attivato la virulentazione dei megabatteri.provoca una mortalità elevata, soprattutto nelle prime due settimane di vita, mentre molti adulti appaiono in buona salute.

I novelli e le femmine nutrici sono facilmente coinvolti dall’infezione che, in ogni caso, si diffonde in allevamento in maniera poco prevedibile e non rapidamente.

PATOGENESI

i megabatteri, ostruendo i condotti ghiandolari, bloccano le secrezioni acide, il ph gastrico s’innalza oltre la norma e la digestione tende a bloccarsi. Rallenta il transito dell’alimento che, intasando il lume del proventricolo, provoca ostruzione e quindi dilatazione dell’organo.lo stomaco muscolare, che con le sue contrazioni ha la funzione di triturare i semi , resta coinvolto perché riceve gli alimenti maldigeriti dal prestomaco.Lo strato giallastro di coilina,che riveste la superficie gastrica interna, appare assottigliato e meno consistente a causa del ph più elevato.Il passaggio nel lume intestinale di alimento maldigerito e poco acidificato,provoca alterazione della flora microbica saprofita e conseguente malassorbimento,che esita nella sindrome delle “feci molli” e, nei casi più gravi, nella diarrea.Tutte queste turbe digestive interferiscono negativamente sui processi assimilativi innescando patologie carenziali, avitaminosi e, talora, complicazioni batteriche tra le quali la più frequente è l’enterite.

COMPLICAZIONI:

Ne deriva che la proventricolite appare spesso complicata da altre patologie carenziali o infettive, che aggravano la sua sintomatologia, aumentano la mortalità e rendono più difficile l’intervento terapeutico.

Le complicazioni più frequenti sono la candidosi e l’aspergillosi, l’enterite da coli o da altri enterobatteri patogeni, il rachitismo o l’ipotrofia dei muscoli pettorali e l’avitamiosi A responsabile della cecità.

SINTOMATOLOGIA

rigurgito diarrea perdita di vivacità arruffamento del piumaggio,nervosismo,incordinazione dei movimenti,talora convulsioni ed apparente cecità, le deiezioni sono mal digerite , alimenti e semi quasi integri frammisti ad acqua, tanto che i volatili infetti vanno incontro a progressiva debilitazione e dimagrimento. Il sintomo anatomo clinico che può portare alla diagnosi si riscontra alla palpazione dell’area sotto-sternale dell’addome, che appare sporgente e rigonfia a causa della notevole dilatazione del proventricolo.In corrispondenza della tumefazione, situata a sinistra dello sterno, la pelle presenta una macchia scura cianotica.

LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE

notevole dilatazione del proventricolo, che assume la forma di una piccola botte, mentre la mucosa interna è coperta di una patina biancastra talora spessa come una cotenna soffice e feltrosa.Altre lesioni sono presenti:epato-spleno-megalia (ingrossamento del fegato e della milza), enterite catarrale, dilatazione intestinale e fragilità ossea a causa di decalcificazione. Non tutte queste alterazioni sono da attribuire alla proventricolite, talune possono essere causate dalle complicazioni che si accompagnano o si sovrappongono alla malattia primaria.

Per la diagnosi resta di fondamentale importanza la notevole dilatazione del prestomaco e la patina biancastra che tappezza la sua mucosa interna.

Diagnosi di laboratorio: trova conferma al microscopio quando, su un vetrino porta-oggetti, si mette un frustolo della patina bianca raschiata con un bisturi dalla mucosa pre-gastrica. Si vedono i megabatteri, isolati o tra loro affastellati, di forma bastoncellare allungata.

PROFILASSI

evitare quando non è rigorosamente necessario gli interventi con che mio-antibiotici, pulire e disinfettare periodicamente l’aviario, le gabbie e soprattutto i beverini.somministrare alimenti sani e di sicura provenienza e applicare le buone pratiche di allevamento. Autori americani consigliano la frequente acidificazione dell’acqua da bere per prevenire la micosi 80 si usa l’aceto di mele (nei negozi di alimentari) alla dose di ml10/20 per litro di acqua (un cucchiaio di minestra) per 24 ore, da somministrare ogni 2 o 3 giorni.

TERAPIA

L’unico farmaco sensibile è l’anfotericina B, contenuta nel fungilin sciroppo al 10%. Altri antimicotici (nistatina, miconazolo,clotrimazolo, ecc.) risultano completamente inefficaci nel trattamento della megabatteriosi.

Si consigliano le seguenti dosi: 1 goccia al giorno dal secondo giorno di vita ai pullus per tre giorni, 8 ml/litro di acqua ai genitori per 10 giorni consecutivi prima che schiudono le uova, avendo l’avvertenza di preparare la diluizione ogni giorno e di mescolare spesso la soluzione perché lo sciroppo tende lentamente a sedimentare.

La terapia con l’anfotericina B non ha dato però con il tempo i soliti, sufficienti risultati come per gli anni passati, ma è stato necessario associarla al Ketoconazolo a partire da 3 giorni prima della schiusa. NIZORAL (Ketoconazolo compresse 200mg) dosi:1 compressa per litro di acqua 3 giorni prima della schiusa per 12 giorni consecutivi.

L’anfotericina B è esente da assorbimento sistemico,quando somministrato per via orale, viceversa presenta tossicità per assobimento generale, per questo in caso di nascite sfasate nello stesso nido, in presenza di pullus in terapia, bisogna sempre rimuovere accuratamente le uova, al fine di evitare che il guscio delle uova in incubazione possa impregnarsi del medicamento. Quando ci fosse il sospetto di complicazioni enteriche , confermato da una forma di diarrea tipica e persistente anche dopo alcuni giorni di terapia con il fungilin, è opportuno associare nell’acqua da bere , per 4/5 giorni, un farmaco veterinario a base di gentamicina(Gentalyn) alla dose di ml.2 per litro di acqua contemporaneamente all’acidificazione dell’acqua da bere, infatti un abbassamento del ph intestinale, ha azione tampone per i germi patogeni. La dose consigliata è di ml 10/20 per litro di acqua (un cucchiaio di minestra) per 24 ore, da somministrare ogni 2 o 3 giorni acido Acetico–aceto di vino; aceto di mele (nei negozi di alimentari),acido Citrico-succo di limone o pompelmo acido lattico–yogurt però nel pastoncino

 

INFEZIONE DA POLIOMAVIRUS

 

Tra le malattie virali nel complesso delle malattie neonati merita il primato senza dubbio l’infezione da poliomavirus, infatti l’improvvisa mortalità dei nidiacei ancora in buone condizioni, senza segni premonitori, è l’evento più importante per orientare la diagnosi d’infezione acuta da Polyomavirus. La distensione o/dilatazione dell’addome, le emorragie sottocutanee e le lesioni distrofiche delle penne, sono i sintomi che possono far sospettare la forma subacuta. Poliomavirus che colpisce spesso i nidiacei generando una elevata mortalità tra il 2 – 3 giorno. Si osserva un ritardo nello sviluppo, un piumaggio difettoso, un alterato accrescimento della mandibola.

PATOGENESI

La trasmissione del virus e quindi il contagio avviene dai genitori ai nati durante l’imbeccata , poiché il virus è contenuto nelle cellule epiteliali di desquamazione dell’ingluvie e viene trasferito ai nidiacei con l’alimento rigurgitato in quanto gli adulti sono relativamente resistenti e il più delle volte sviluppano una infezione latente. Che costituisce il principale serbato di conservazione del virus comunque il virus , replicandosi inoltre nelle cellule epiteliali dei follicoli delle penne , può essere diffuso nell’ambiente attraverso la così detta polvere delle penne , ma vi è pure la trasmissione attraverso le feci e le secrezioni respiratorie come pure la trasmissone verticale con le uova già infette.

SINTOMATOLOGIA

I nidiacei infetti possono essere normali dopo la schiusa e poi, improvvisamente, morire senza manifestare alcuna sintomatologia. Altre volte la morte è preceduta da sintomi evidenti quali distensione dell’addome, emorragie sottocutanee e ridotto sviluppodelle piume e delle penne ,sonnolenza, rifiuto ad alimentarsi, rigurgito e distensione addominale (ventre gonfio). Nel diamante di gould è caratteristica l’eccessiva crescita dell’estremità inferiore del becco.

PROFILASSI

L’infezione è predisposta da fattori stressanti o dalla contemporanea presenza di altre patologie infettive.

DIAGNOSI

Mediante esame virologico eseguito dal sangue o dai tamponi cloacali e conseguente eliminazione dei soggetti positivi (portatori del virus)

TERAPIA

Come per tutte le malattie virali anche per quella da polyomavirus non esiste terapia. L’impiego di antibiotici può servire solo quando si sospetti un’infezione battericaconcomitante.

 

ALATOSSICOSI

 

EZIOLOGIA

Le aflatossine sono prodotte da aspergillusflavus e aspergillusparasiticus e i semi più a rischio sono arachide, mais e cotone.

PATOGENESI

L’organo bersaglio è il fegato ma anche i reni e più raramente altri organi.

SINTOMATOLOGIA

Riduzione del consumo di alimenti, diminuizione della fertilità, ridotto accrescimento dei nidiacei e dei novelli, turbe della riproduzione,episodi di mortalità embrionale durante la prima settimana di cova, diminuizione della schiudibilità delle uova e una maggiore incidenza di malformazioni embrionali.

ESAME ANATOMO PATOLOGICO

All’esame anatomo-patologico il fegato è ingrossato, friabile, giallastro per infiltrazione di grasso che aumenta quando la malattia si aggrava.

TERAPIA

Se il mangime contaminato viene sospeso, dopo sette giorni si osserva un netto miglioramento della schiudibilità.

 

INFESTAZIONE DA ACARO ROSSO

I pullus mostrano sintomi di sofferenza, colorito biancastro e scarsa vitalità al punto di non riuscire ad alzare la testa per ricevere l’imbeccata.

Una infestazione grave nei nidiacei provoca anemia intensa e non raramente mortalità.

Terapia Frontline(fipronil) e Frontline-Combo a pipette. 

  dott. Giancarlo Lotierzo,  Medico Veterinario e-mail: giancarlo.lotierzo@libero.it

(Specialista in tecnologia e patologia delle specie avicole, del coniglio e della selvaggina)

(Specialista in ispezione degli alimenti di origine anima